Greve in Chianti, 17 gennaio 2006 

Ai consiglieri

Laura Bavecchi

Roberto Migno 

 

Visto che la Vostra interrogazione del 5 gennaio u.s. è stata pubblicata sul sito WEB www.robertomigno.it mi pare doveroso anticipare quello che dirò nel prossimo Consiglio Comunale.

Prima di tutto, due domande.

La prima è come mai l’interrogazione è stata rivolta al Presidente del Consiglio e non al  sottoscritto, che ha la delega all’Urbanistica e all’edilizia Privata, senza contare la delicatezza cruciale delle questioni da voi affrontate; la seconda è: ma da chi avete preso le informazioni?

Sui 6 “visto” che precedono l’interrogazione vera e propria, infatti, l’unico su cui si può concordare è il primo, vale a dire l’indubbia delicatezza dell’Ufficio Edilizia privata in ogni comune di questo mondo. Sul resto, rilevo che:

-i “cambiamenti” organizzativi siano stati “ingiustificati” non è un fatto, ma un’opinione, che io non condivido (per la verità, avrei da obiettare anche sul “discutibili”, ma lo accetto nel senso etimologico che “se ne può discutere”);

-i “professionisti privati” o si sono rivolti al loro collegio, o non si sono rivolti; ma l’uso del condizionale mi pare decisamente fuori luogo (lo stesso dicasi del “si sarebbe determinata”);

-ancora più grave è l’ipotesi “sarebbe stata spianata la strada”, particolare che tocca una questione cruciale come la correttezza di un ufficio pubblico: in mancanza di indicazioni e dati di fatto, si oscilla fra il pettegolezzo e la calunnia;

-il tecnico preposto all’ufficio (l’inciso sulla sua “indubbia moralità e bravura” è l’unico altro passo dell’interrogazione che si può condividere senza rilievi) è tutt’altro che privo di esperienza. Vorrei inoltre sapere chi lo “scavalca” e in base a quali elementi concludete che “parrebbe… non in grado di tenere una posizione univoca”;

-quanto all’arretrato, mi dispiace per la vostra fonte di informazioni, ma con l’ultima commissione interna sono state smaltite le pratiche fino al dicembre 2005.

 

Permettetemi adesso alcune osservazioni.

La prima è che l’Ufficio agisce in una situazione di completa trasparenza, tanto che alle Commissioni, che io presiedo, partecipa il Segretario Comunale, garante della correttezza amministrativa e legale, insieme ai responsabili dei servizi Lavori Pubblici, Ambiente e Polizia Urbana.

La seconda è che l’esperienza maturata in questi 19 mesi di mandato mi ha insegnato parecchie cose sull’argomento. Per esempio, che molte pratiche sono semplicemente fatte male: talvolta incomplete, talaltra imprecise, oppure accompagnate da tavole di dubbia lettura. Ovviamente, in tutti questi casi occorrono approfondimenti e i tempi si allungano: l’Ufficio, per mia esplicita disposizione, richiama il professionista e chiede chiarimenti. Non è raro che passino settimane prima che questi arrivino. Giungono anche, ovviamente, progetti esemplari per chiarezza e precisione: se sono conformi alle  regole, passano senza problemi. Le istruttorie rallentano se a ogni piè sospinto è necessario fermarsi per capire che cosa significa una tavola, come si fa con i poeti ermetici.

Mi pare poi che anche da noi sia in vigore lo sport nazionale del mugugno vittimistico: l’accusa di essere discriminati è spesso un ottimo mezzo per attirare l’attenzione senza pagare pegno. E’ quello che, con espressione forse inelegante ma efficace, a Napoli suona più o meno “piangi e fai il tuo comodo”. Non vorrei che, seppure involontariamente, due consiglieri comunali prestassero la spalla o il fazzoletto.

Conoscendovi come persone corrette, concludo con un auspicio: che il virus del garantismo a corrente alternata non faccia nuove vittime, seguendo l’esempio, illustre ma poco condivisibile, che vede in questi giorni la massima autorità politica del nostro Paese recarsi dal magistrato a denunciare fatti che egli stesso definisce privi di rilevanza, e conosciuti in base a racconti di racconti di racconti.

Cordiali saluti, Marco Hagge